La storia del Castrum di
Serravalle
Vittorio Veneto (TV)
Il
Castrum
di
Serravalle
è
un
antico
complesso
fortificato
medioevale,
posto
al
centro
del
borgo
di
Serravalle,
che
oggi
fa
parte
di
Vittorio
Veneto
una
meravigliosa
città
ornata
di
splendidi
palazzi
rinascimentali
situato
nella
provincia
di
Treviso.
Il
borgo
è
situato
a
nord
della
città
e
pare
che
le
sue
origini
risalgano
all’
epoca
romana
quando
il
Castrum
si
trovava
sulla
via
che
collegava
Opitergium,
l’
attuale
Oderzo,
con
la
Stiria
e
l’
Alemagna.
Era
quindi
un’
importante
via
di
comunicazione
tra
nord
e
sud,
difesa
dal
grande
muro
con
l’arco
medievale
che
chiudeva
la
valle,
da
qui
il
nome
Serravalle.
Tuttavia
gli
sporadici
ritrovamenti
romani
non
possono
confermare
la
fondazione
del
borgo
in
questo
periodo.
Infatti
un’
ulteriore
ipotesi
per
la
fondazione
di
Serravalle
si
potrebbe
datare
tra
il
V
e
il
VI
secolo
dopo
Cristo
quando,
con
l’
arrivo
dei
Goti
in
Italia,
un
certo
Mondrucco
avrebbe
fatto
costruire
un
castello
sul
Marcantone
e
una
torre
ad
est,
la
“Turris
Nigra”,
dove
l’
uomo
avrebbe
fatto
martirizzare
la
figlia
Augusta
dopo
aver
scoperto
la
sua
conversione
al
cristianesimo.
Tra
il
VI
e
l’
VIII
secolo
con
l’
arrivo
dei
Longobardi
e
la
nascita
del
Ducato
di
Ceneda
si
potranno
iniziare
a
ritrovare
testimonianze
di
fortificazioni
in
questo
luogo,
e
solo
con
i
Franchi
della
costruzione
del
Castrum
vero
e
proprio,
o
meglio, del castello di Serravalle.
Tra
il
X
e
il
XI
secolo
Venezia,
con
l’apertura
delle
vie
commerciali
con
l’Oriente
innescò
un
vivace
dinamismo,
sia
nell’economia
che
nella
politica,
in
tutta
la
zona.
Sia
a
Ceneda
che
a
Serravalle,
torna
a
svilupparsi
il
commercio:
nascono
nuovi
borghi
con
case,
magazzini
per
i
mercanti,
coltivazioni
e
attività
manifatturiere
come:
fucine,
segherie,
filature,
mulini
e
fabbriche
di
armi
bianche.
Le
spade
forgiate
a
Serravalle
erano
rinomane
in
tutta
Europa
al
punto
da
far
concorrenza
alle
più
note
lame
di
Toledo.
Sarà
nel
XII-XIII
secolo
che
il
borgo
medioevale
conoscerà
il
suo
sviluppo,
legando
la
sua
storia
alle
aspre
lotte
di
potere
fra
Comuni
e
famiglie
nobiliari:
le
sorti
del
Castrum
furono
quindi
legate
ad
una
delle
più
potenti
famiglie
della
Marca
Trevigiana, i Da Camino.
Nel
1155
Guecellone
II
da
Camino
sposò
la
contessa
Sofia
di
Colfosco
che
dopo
essersi
traferita
al
Castrum,
ne
diventerà
la
castellana
prendendo
parte
a
battaglie
anche contro Federico Barbarossa.
Con
l’iniziare
del
tredicesimo
secolo
Serravalle
attraverserà
un
periodo
di
grande
ricchezza.
I
da
Camino
infatti
favorirono
il
commercio
e
lo
sviluppo
urbano.
Una
sostanziale
modificazione
del
Castrum
si
ebbe
a
partire
dal
1337,
grazie
all’intervento
dei
Veneziani,
a
cui
il
Vescovo
decise
di
cedere
Serravalle
per
garantirne
la
difesa.
Il
Castrum
da
allora
per
quasi
cinque
secoli
è
stato
sede
dei
Podestà
della
Repubblica
di
Venezia
a
Serravalle
fino
alla
fine
del´700,
passando
per
vari
periodi
di
assedi
come
quello
di
Ezzelino
da
Romano
nel
1247
che
fallì
nell’
intento
di
voler
entrare
in
città,
o
dei
veronesi
nel
1324
dopo
la
rottura
del
matrimonio
fra
Rizzardo
da
Camino
e
Verde
della
Scala.
Nel
1380
la
Repubblica
di
Venezia
donerà
Serravalle
a
Leopoldo
I
d’
Austria
ma
tra
il
1381
e
il
1388
furono
i
Carraresi,
signori
di
Carrara,
a
dominare
la
citta
che
Venezia
riconquisterà
nel
1388
con
l’
aiuto
dei
Visconti
signori
di
Milano.
Molte
vicende
si
sono
susseguite
dopo
questi
fatti,
fino
a
quando
il
Castrum
non
venne
completamente
abbandonato.
Dal
1971
la
signora
Ada
Marcantonio
è
la
proprietaria
del
Castrum
diventandone
così
la
castellana,
dopo
che
il
padre
l’
aveva
acquistato
negli
anni
’30.
Nel
corso
degli
anni
è
riuscita
a
riportarlo
in
vita
trasformandolo
in
un
Bed
&
Breakfast,
rendendo
questo
luogo
ricco
di
storia
un
importante
ritrovo
d’
incontro
culturale
grazie
anche
al
Festival
di
Serravalle
che
la
signora
Ada
insieme
alla
signora
Luisa
Baldi organizzano ogni anno.
Fonte: Castrum Serravalle
www.microturismodellevenezie.it
SOFIA DI COLFOSCO
la leggenda
Figlia
di
Valfredo
di
Collalto
conte
di
Colfosco
e
nipote
di
Ermanno
conte
di
Porcia,
visse
nel
castello
di
famiglia
presso
l'omonima
località
di
Susegana,
oggi
perduto.
Nel
1155
sposò
Guecellone
II
da
Camino,
col
quale
era
certamente
imparentata alla lontana.
Molto
è
stato
scritto
dagli
s
t
o
r
i
c
i
moderni
su
questa
misteriosa
figura
di
donna,
di
certo
molto
emancipata
per
la
sua
epoca,
benché
le
documentazioni
storiche
certe
che
la
riguardano
siano
assai scarse.
Dopo
aver
intrapreso
una
chiara
politica
filoguelfa,
entrando
più
volte
in
contrasto
con
il
marito,
partecipò
a
varie
battaglie
alla
guida
di
numerosi
cavalieri,
in
particolare
a
quelle
di
Cassano
(1160)
e
di
Balchignano
(1161)
contro
Federico
Barbarossa,
e
soccorse
i
castellani
di
San
Cassiano
assediati
dal
vicario
imperiale
Cristiano di Magonza.
Nel
1162
ricevette
in
dono
il
castello
di
Serravalle
dallo
zio
Guido
dei
Maltraversi,
dove si trasferì.
Fu
una
grande
benefattrice
dell'abbazia
di
Follina,
curata
poi
dai
cistercensi.
A
Follina,
il
18
giugno
1170,
alla
presenza
del
patriarca
di
Aquileia,
del
vescovo
di
Ceneda
e
di
altre
autorità,
compilò
un
testamento
in
cui
donava
le
chiese
di
Serravalle,
Zumelle,
Maren,
Farò,
Fonte,
Colfosco
e
Lago
all'abate
di
Follina.
Per
testamento
inoltre
cedette
i
castelli
di
Serravalle
e
Zumelle
rispettivamente
ai
vescovi
di
Ceneda
e
Belluno,
causando
forti
dissidi
tra
i
due
ecclesiastici
e
la
famiglia da Camino.
Prima
di
morire,
intorno
al
1174,
avrebbe
compiuto
personalmente
il
Cammino
di
Santiago per adempiere ad un voto.
Le
circostanze
della
sua
morte
sono
discusse:
l'ipotesi
più
probabile
sostiene
che
spirò
nel
1175
a
Valmareno,
alla
presenza
dell'abate
Pietro
di
Follina
e
del
vescovo
di
Ceneda.
Altre
ipotesi
poco
plausibili
sostengono
che
morì
in
Navarra
mentre
era
in
viaggio
verso
Santiago
de
Compostela
nel
1177
o,
ancora,
sarebbe
morta in battaglia nel 1175.
La
sepoltura
ebbe
poi
luogo
nella
chiesa
dell'abbazia;
la
tomba
della
donna
visibile
oggi
venne
realizzata
nel
XVI
secolo
da
san
Carlo
Borromeo,
mentre
era
abate
di
Follina.
Sofia
di
Colfosco
quindi
era
una
donna
forte
e
coraggiosa
che
non
aveva
timore
di
esporre
e
perseguire
i
suoi
ideali
politici
e
se
necessario
di
combattere.
Visse
per
molto
tempo
al
Castrum
di
Serravalle.
Ci
piace
pensare
che
alcune
delle
emozioni
di
Sofia
di
Colfosco
siano
ancora
presenti
al
Castrum
e
in
qualche
modo
guidino,
con
la
stessa
determinazione
di
allora,
l’
operato
dell’
attuale
proprietaria
che
con
grande
forza
e
determinazione
valorizza
questa struttura unica el suo genere.
Fonte: Wikipedia
Associazione Culturale Orizzonti Paranormali
“Non tutto quello che non si comprende necessariamente non esiste”